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Siete attratti dalle possibilità del Social Shopping? Siete curiosi di scoprire come realizzare il vostro store di e-commerce su Facebook?

Il Social Shopping è una pratica di acquisto che si svolge prevalentemente attraverso le piattaforme di social networking, ovvero che inizia e/o termina in un contesto di socializzazione online, come per esempio (e non a caso) Facebook.

La recente introduzione dei Facebook Credits porterà molto probabilmente ad una progressiva diffusione degli acquisti su Facebook, e quindi è bene non farsi trovare impreparati di fronte a quello che – come indicano alcune fonti – sarà il nuovo trend social per l’anno 2011.

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Stamattina siamo in compagnia di Roberto Marmo, docente presso la Facoltà di Ingegneria di Pavia ed autore dei libri “Creare applicazioni per Facebook” e “Promuoversi con i Business Social Network”, edito da Fag.

Innanzitutto, prima chicca, quando provate a creare il vostro vanity url di Facebook, preferite un url con nome.cognome, perchè il motore di ricerca indicizza meglio gli url con il “dot” anzichè quelli con l’under score.

I social network e i legami tra le persone:

1) legami forti:relazioni sociali continue e forti ,che però tendono a creare un gruppo ristretto di persone, ovvero familiari, parenti,amici stretti

2)legami deboli: relazioni meno frequenti con le persone più distanti, ovvero gli amici degli amici degli amici

Possono essere create reti verticali (ad esempio per settore professionale) e orizzontali (molto diversificate)

LinkedIn, Pipl, 123people

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Al Master Social Media Marketing dello Iulm, Michele Marzan (Country Manager di Zanox) e i suoi collaboratori ci hanno dato un’overview delle attività di Affiliate Marketing e del PERFORMANCE BASED MARKETING
[Risorse : Performance Marketing Alliance]
L’obiettivo del Performance Based marketing consiste principalmente nell’acquisiszione di UTENTI PROFILATI (lead) per alimentare i sistemi di CRM e per generare conversion (transazioni, operazioni di vario genere, azioni misurabili scelte dall’azienda)

Tramite il profilo facebook di Capitale Digitale (evento tenutosi a Roma lo scorso 10 settembre), ho trovato questo video, relativo all’intervento di Carlo Antonelli, Editor-in-Chief di Rolling Stone.

Non ho potuto far altro che ascoltare ed annuire ad ogni sua battuta e considerazione in merito alle previsioni pubblicate dall’ Institute for the Future di Palo Alto ormai un anno fa.

La mappa che delinea i cambiamenti della nostra società e lo scenario possibile  – di qui a 10 anni – è effettivamente un gioco divertente su cui confrontarsi e continuare qell’esercizio di brainstorming già avviato dal loro game “Superstruct”.

Il gioco, molto interessante e persino entusiasmante – per chi, come me, rientra nella categoria gen Y- è un esperimento di crowd-sourcing del problem solving a cui hanno partecipato alcuni fortunati lasciando il loro contributo su tematiche specifiche come epidemie, guerre per l’energia,food supply chain, ambiente, immigrazione.

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Come è possibile leggere sulla mappa di Iftf ( “… think of the cells on our map as signals that are fluorescing..”), quelle considerazioni non sono altro che una proiezione parziale degli scenari possibili, non ciò che davvero accadrà.

Nessuno è in grado di prevedere il futuro.
Non ci sono forecaster, nè modelli di analisi previsionali che tengano.
Ci solo solo centri di ricerca e corporations che sponsorizzano oggi come ieri, sperimentazioni e innovazioni tecnologiche. Ed è bene tenersi aggiornati sui risultati delle loro interazioni.

Ma al progresso tecnologico dovrebbe corrispondere un’evoluzione sul piano dell’etica e della coscienza collettiva.
Internet è un ottimo strumento per stimolare la nostra cultura ad evolvere, e per confrontarci in modo oggettivo con realtà molto lontane dalla nostra.
La rete è una ricchezza immensa, se ben sfruttata.
E a tal proposito vorrei anche consigliare la lettura di un libro molto interessante, scritto da BJ Fogg, direttore del Persuasive Technology Lab della Stanford University. Il libro si chiama “Tecnologia della persuasione” ed è edito in Italia da Apogeo.
Numerosi sono gli spunti di riflessione che emergono da questa lettura, una finestra sulla disciplina della captologia che tiene in considerazione il ruolo centrale della credibilità, e della responsabilità che il media internet ha in un’ottica di progresso sociale.

Per quanto riguarda l’Italia infine, piuttosto che occuparci del futuro, per favore, occupiamoci del presente!! Noi giovani abbiamo bisogno di un terreno dove poter realizzare i nostri sogni. E rendere reale quello che fino ad ora è solo virtuale.
Fin quando non abbatteremo “sinceramente” il digital divide e il “cultural divide” (se me lo consentite) che permea il nostro paese, credo che mancheranno le basi per rendere sostenibile e profittevole qualsiasi ambizioso progetto.

Stamane con grande felicità, incomincio ad intravedere spiragli di luce sulla mia ricerca relativa all’analisi delle conversazioni online con strumenti affidabili e precisi.
Sono al Master in Social Media Marketing dello Iulm, e in questo periodo stiamo approfondendo il tema delle “web analytics” dal punto di vista tecnico ed operativo, con particolare attenzione alle peculiarità dei diversi tool presenti sul mercato,e su come possono contribuire a calibrare le strategie di marketing dei nostri clienti.
Online ho trovato due brevi introduzioni che esplicitano lo scenario su cui si staglia la necessità,sempre più evidente,di ricorrere all’analisi delle conversazioni online (e quindi degli UGC)

Oggi, la dott.ssa Cristina Papini, Sales & Project Manager di Nielsen Online, spiega con estrema chiarezza le premesse metodologiche e gli step operativi del software BuzzMetrics della scuderia Nielsen.

BUZZMETRICS
…dal dato destrutturato alla sua classificazione e comprensione!

STEP 1: CONTENT
In questa fase è necessario un numero di fonti adeguate per effettuare una ricerca rappresentativa (mix di indicizzazione manuale e naturale)
La ricerca comprenderà piattaforme come
– forum – molto importanti, devono essere indicizzati manualmente,
– blog e microblog ( in rete ci sono + 116milioni di blog)
– newsgroup

STEP 2: CONTENT DISCOVERY
Ovvero l’estrazione dei contenuti.
In questa fase bisogna porre molta attenzione alle stringhe di ricerca, ed escludere i termini non pertinenti.
Per procedere nella ricerca, bisogna inserire all’interno del programma, gli argomenti del progetto su cui stiamo lavorando, comprendendo tutti i termini relativi (nel caso dei telefono cellulari Nokia – per esempio – dovrò riportare ilnome di tutti i modelli Nokia presenti sul mercato),e i termini semanticamente pertinenti.
A questa fase di lavoro appartengono le attività di
– spidering
– analysis
– tracking

STEP 3: CONTENT MINING
A questa fase, appartengono le attività di:
– categorization
– sentiment mining
– phrase minig
– classifiers

E’ inn questo momento che nascono le difficoltà tecniche più rilevanti,in quanto la ricerca produrrà diversi risultati, con valenza positiva, negativa, o mista.
E’ chiaro che la pluralità delle forme espressive e la complessità linguistica e semantica di alcuni messaggi, potrà essere decodificata al meglio solo da un individuo, e non più da un software

STEP 4: ANALYSTS
insight &action

Internet ha la caratteristica di essere un media molto reattivo, che si infiamma e si spegne con rapidità, infatti le conversazioni si sviluppano quando c’è qualcosa di cui parlare.
Talvolta, per alcuni settori di mercato – come per esempio quello dell’home-entertainment dei videogames, le conversazioni e le opinoni che si sviluppano online, a partire dagli influencers, sono in grado di orientare le vendite e quindi il successo o il fallimento delle operazioni commerciali.
Su http://www.blogpulse.com

Communities are made by tribes…

And this is just the reason why marketing managers or consultants should go deep analysing their consumers behaviours, opinions and needs – getting focused on listening to them.
Netnography’s approach should definitively be one of the most interesting way to reach the informations you need.

Eccomi qui, anche stamattina, di nuovo in rete cercando di far luce sui prossimi passi.

ho trovato questo post  interessante scritto da Stefano Besana .

Nel post vengono enunciati tre modi per analizzare le conversazioni ovvero –

  • l’analisi delle reti sociali (vedi anche Simone Gabbriellini su SNA, oppure questo articolo pubblicato da Eccellere – un’intervista a Carlo Mazzucchelli, fondatore di ComplexLab  – in cui viene citata anche l’INSNA) – incomncia ad aprirsi per me tutto uno scenario relativo al data mining e ai software di analisi !
  • l’analisi delle comunità online (monitorando opinioni e spostamenti degli utenti in rete attraverso i cookies – anche qui dovrebbero essere stati prodotti software appositi)
  • l’etnografia digitale (attraverso il lurking e/o l’osservazione partecipante)

continuo la mia ricerca dopo il pranzo…ho bisogno di zuccheri a quest’ora!!

se da qualche parte arrivano suggerimenti…

Inizio stasera a rendermi conto di come si dovrà sviluppare la mia tesi di laurea.

Il mio intento è quello di sviluppare una ricerca realmente utile sulle conversazioni online, ovvero su come un pubblico specifico- una community di utenti- che devo ancora individuare (voglio scegliere un segmento strategico di mercato) parla e scambia opinoni online su prodotti/servizi offerti dai brand presenti sul mercato.

Individuare un segmento di utenti è davvero difficile, soprattutto perchè il segmento è ormai del tutto trasversale – non esistono fasce socio-demografiche delimitate, nè tantomeno è possibile procedere ad un campionamento che prenda in considerazione variabili specifiche. Gli utenti nel web sono eterogenei e aggregati solo per interessi e passioni – grazie alle community.

e non solo. per procedere ad una ricerca etnografica avrò bisogno di utilizzare strumenti di web analytics e molto più probabilmente dovrò procedere anche attraverso l’osservazione partecipante.

e una volta ottenute una serie di informazioni, dovrò aggregarle e correlarle secondo criteri specifici, cercando di semplificare la mole di dati – opinioni, modalità di utilizzo dei social media, reti sociali – per rendere comprensibili e spendibili i risultati.

Non nascondo che un brivido mi corre lungo la schiena….

da dove inizio?

sicuramente ho bisogno di trovare altre ricerche già compiute da altri ricercatori e cercare di comprendere quale metodologia  è più adatta ale mie esigenze e soprattutto quale è la più attendibile!

pronti, partenza, via!